La Giusta Resurrezione


La Resurrezione? I nuovi Cieli e Nuove Terre? Dove? Per chi? Per gli uomini che hanno martoriato il Pianeta Madre, gli assassini della vita che hanno prostrato le anime umane e fanno lacrimare di sangue l’Anima Mundi, no. Per i deboli che si sono fatti travolgere? No.
Nel più alto dei Cieli, le anime sante dei bimbi trucidati dalla follia diabolica umana, invocano “Giustizia!”
Ciò che è giusto e ciò che è sbagliato non passa né dalle leggi né dall’etica umana.
L’uomo che si ritiene essere il proprio corpo, resterà aggrappato a questo scoglio che affonda e dal fondo del mare della vita dovrà risalire le esperienze evolutive. Chiamiamolo pure punizione, perché siamo abituati a queste espressioni, ma è la Misericordia che ci dona attraverso il cesello della sofferenza la possibilità di risalire i gradini e riaffacciarci alla Redenzione.
Il Giusto, il Buono, la Legge, appartengono esclusivamente al Padre Onnipresente nella Sua cristallina ed irremovibile Essenza di ogni cosa nella unicità del micro e macroCosmo.
Oltre agli Angeli ieri-Extraterrestri oggi, esistono i Governanti spirituali, le Luci del Cosmo, che di rado sono venuti in Missione fra le popolazioni terrestri per ricordare loro la Legge.
Ma su questo Pianeta, come spiegato nei libri pubblicati, esiste una accozzaglia di esseri viventi più disparati, la maggior parte derivati da disubbidienze in altri Pianeti.
Ecco il nome della nostra Terra: “Saras”, cioè luogo di espiazione per la rinnovata Redenzione.
Quando è stato più volte riproposto il risveglio della coscienza, nell’istinto dello spirito umano vi è sempre stato un sussulto, ma nei più ha prevalso l’ostentazione dei più bassi istinti di atavica memoria: “Crocifiggi!”, “Brucia!”. A questi Inviati Superiori non era concesso di fare Giustizia a suo tempo, perché, ci è stato rivelato, alla fine del Ciclo Terrestre di circa 25.000 anni, si doveva compiere la sempre più dura Selezione. Dura perché solo attraverso “prove” sovrumane si poteva dimostrare la pura incorruttibilità dell’animo.
Degli oltre sette milioni che avrebbero continuato la Missione dei 144.000, diceva Eugenio negli ultimi tempi, non ne restavano che poche migliaia. Ed oggi? Chi è esente da questo?
Invito chiunque, nel trattare  questi argomenti rivelatici da Eugenio, a non essere preso da protagonismo o esaltazione, perché è stato esaustivamente ripetuto da Eugenio Siragusa.
Adesso, in un momento storico di questa umanità, classificato ormai terminale dagli Elementi decisionali Planetari e dalla Confederazione Universale, cosa resta da ribadire che già non si sapesse? La perseverante recrudescenza del morbo delle follìa, ci vede pronti alle rivoluzioni globali incontenibili delle popolazioni ridotte allo spasimo. La risposta ai soprusi dalle più sofisticate violenze contro i diritti umani, per chi non ha acceso la luce interiore dello spirito, resta l’unica libertà del suicidio, il più grave errore che possa commettere un’anima. Ma chi sono i colpevoli? I fautori del terrorismo, del genocidio di cui si è parlato, e le cause, le colpe, sono state smisuratamente gridate in tempo dall’unico ed irripetibile Eugenio Siragusa, microfono dello Spirito Onnipresente.
Per chi riesce ad essere consapevole della realtà invisibile dell’uomo, per i mansueti, i puri di cuore, gli incorrotti, i lontani dalle pur minime attenzioni alle ricchezze e piaceri materiali, rimane la luce della speranza interiore che travalica ogni diavoleria umana, e la sua anima vivrà.
Quando Eugenio faceva eco alla frase di antica e biblica memoria: “Mi son pentito di aver creato l’uomo, lo distruggerò”, non si riferiva certo ad un Essere che avesse la voglia di vendicarsi o di punire l’uomo terrestre, ma ad una Assoluta Onnipresenza delle Leggi che per “Causa-Effetto”, hanno il Potere di rimettere ogni cosa al suo giusto posto, ciò che quest’uomo non ha voluto mai né fare né prendere in considerazione. Quindi si autopunisce irreversibilmente.
E’ così, perché diceva Eugenio: “La sempre più esigua Qualità deve dimostrare devozione alle Sue Leggi, che sono state vituperate, mascherate dal disgregatore dello spirito”.
Sempre più si sente all’orecchio: “E che c’importa se sempre lo stesso giro di governanti ci fanno credere di discutere di pace, se siamo sempre più in guerra? Di quale “sistemazione” si riempiono la bocca per avere il voto l’uno oppure l’altro, se stiamo sempre più a “morire di fame?” Se quel vip del calcio o della moda o degli schows televisivi vengono richiesti a distrarre le popolazioni?… a noi interessa la pagnotta per sopravvivere”.  
Non è così? E questo non potrebbe essere il preludio di una rivoluzione all’ultimo pezzo di pane o all’ultimo sorso d’acqua? E’ esagerazione o la fase apocalittica terminale?
Ma no, dice qualcuno, intanto mi faccio un bel viaggio e chi campa campa, chi muore muore.
Si, è la morte dell’uomo. Perché, oltre la “pagnotta”, essendo insita nell’uomo l’intelligenza, cioè il “sentire di essere e di ragionare”, si sente massacrato dai condizionamenti sempre più pressanti, dove la libertà di pensare e di agire è rimasta una illusione.
Nella lotta tra l’utopia e l’inganno, vi è la morte dell’anima.
Si sente in lontananza ripetere severamente: “Amatevi come Io vi ho amati! … ma sono parole che si perdono negli echi delle misere onde di uno stagno.
Chi avrebbe dovuto salvarci da questo? Non la politica interessata, non le religioni umane ingannevoli, chi?
Ecco, gli esami sono agli sgoccioli, la Giustizia invocata arriva. Gli esecutori sono le Forze Elementali Naturali lasciate libere dalla Volontà del Padre. Nell’abbandono generale abbiamo preferito dimenticare che in tutti i testi sacri e le profezie ci era stato detto che, SE non avessinmo messo ogni cosa al suo giusto posto, si sarebbe verificata l’Apocalisse di Giovanni, l’Inviato del Padre. “Chi vivrà , vedrà”.


                                                                                                     Orazio Valenti

Nicolosi, 28 marzo 1986
 “Ancora oggi, dopo circa duemila anni trascorsi, si imbrogliano le carte e si nasconde sotto il moggio la Verità.
“Quando mai Gesù è morto? Egli non poteva mai morire nemmeno se lo avesse desiderato”.
Fa ancora comodo tenerlo in croce e fa più comodo che Egli rimuoia ancora.
Ma poiché non può morire Colui che crea forma e sostanza e muta ogni cosa secondo la Sua Legge e la Sua Divina Potenza, i sapientoni del XX secolo, i padri che non vanno chiamati tali, annaspano rendendo ancora più bianchi i loro sepolcri e serrando, con maggiore malafede, le porte della Verità impedendo che altri entrino nel Regno dei Cieli.
Gesù è già sulla Terra accompagnato dalla Celeste Milizia del Padre Suo ed atteso da coloro che non si sono mai sentiti orfani, perché certi del Suo Ritorno. Gesù Cristo è morto nel cuore e nello spirito di coloro che hanno saputo solo mercanteggiare la Verità, per perverso desiderio di dominio delle anime. Ma è vero, certo e verissimo, che il Giudizio è già iniziato e ad ognuno sarà data la mercede che si merita.
I Giusti, i Mansueti, i Pacifici, i Puri di cuore e gli Assetati di Giustizia, godranno la ineffabile bellezza e l’Infinita Gioia di incontrarlo e di rinnovargli la Devozione Eterna al Suo Santo, Santo, Santo Amore”.
L’Amico dell’uomo, E.S.