Intelligenza artificiale?

Ho scritto il 15 marzo 1985

Crescono i cervelli elettronici.
Diminuiscono i cervelli umani.

Il cervello dell’uomo lavora di meno, sempre più proponendo una lenta e inesorabile atrofia dei componenti che lo strutturano.
Le carenti attività esercitate dalle connessioni neuroniche, della massa cerebrale, porteranno l’uomo ad essere sempre più dipendente del cervello elettronico e di tutti i computer che sostituiscono le sue facoltà memorizzatrici e intellettive.

Sarà il cervello elettronico che sopravviverà o l’uomo? 
Sarà il cervello elettronico chi guiderà l’uomo o viceversa?
Deciderà il cervello elettronico il destino dell’uomo?

Vedremo!
Eugenio Siragusa.

Intelligenza artificiale?

È semplicemente un calcolo sempre più complesso di dati, quindi Razionale.

L’Intelligenza è ben altra cosa, legata al tema fondamentale:

l’uomo è Corpo, Anima, Spirito.

Si dice:“Una volta che è stata declassificata l’Intelligenza naturale il passo per dare luogo alla intelligenza artificiale, è stato breve”.

Niente affatto, non si possono declassificare miliardi di cellule nervose ed il loro sinergismo operativo. Dice uno scienziato: “Parlano un linguaggio che non capiamo”.

Ma come si può declassificare una Intelligenza umana se ancora non sappiamo cosa è e dove risiede?

Se dunque è sconosciuta alla nostra coscienza, come possiamo definirla o “sostituirla” con una artificiale?

Quale è la differenza tra “l’intelligere”, che vuol dire “capire”, e lo stato di “coscienza”?

Come si pretende di calcolare il “quoziente di intelligenza”?

Oggi viene valutato con una serie di “Indici di competenza”, cioè una serie di analisi relative in quanto è impossibile individuare la risposta agli stimoli della variegata capacità umana. Praticamente vengono valutate le capacità funzionali del vivere.

Certo, psichiatri e psicologi fanno un gran lavoro, riferendosi sempre alle reazioni elettroneurali, a stimoli che provengono dalle varie aree del cervello.

Ma il nostro modello di sviluppo ha un paradigma errato.

Dove sta l’errore? Nel definire “intelligenza” tutto ciò che ha a che fare con la velocità di calcolo e di memoria. Quindi, tra l’uomo e il robot, è meglio il robot.

Non vogliamo ammettere che l’uomo sia costituito da fattori che la nostra scienza sperimentale non vuole ancora sondare, non abbiamo né i maestri né le suole delle strutture invisibili del corpo energetico animico-spirituale. È come parlare una lingua sconosciuta. Non sappiamo ancora chi è l’uomo e siamo in progetto di farci dominare dalle macchine, dai calcolatori, dimenticando che li abbiano ideati, programmati e costruiti noi.

Intanto ci sono lavori di eminenti scienziati che hanno dimostrato che le vere conoscenze donateci dai nostri Fratelli Superiori attraverso Eugenio sono vere, ma non sono tenute in considerazione dalla scienza ufficiale. Vedi ad esempio la scoperta dell’aura umana fotografata, delle esperienze post mortem e risveglio, ecc…

La realtà umana, è di tipo energetico molto sottile a noi insondabile, il nostro DNA (Di cui conosciamo solo una piccolissima parte), non è fatto solo di nucleotidi e l’intervento sul DNA porta solo a formare cellulecancerogene, perché gli ordini derivano da un DNA energetico che riceve informazioni da progetti sconosciuti.

Il Prof Kaznaceev, ad una mia intervista, parlava di genomi energetici in risonanza con Genisti, Archetipi Universali vecchi di Miliardi di anni.

 E noi vorremmo cambiarlo? Affidarci alla intelligenza artificiale?

Si dice che:

«L’intelligenza artificiale è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana”.  Invece è il contrario.

L’intelligenza artificiale è una disciplina dibattuta tra scienziati e filosofi poiché manifesta aspetti etici oltre che teorici e pratici.

Ma di quale Etica si vuole parlare?

“Su iniziativa di McCarthy, un team di dieci persone avrebbe dovuto creare in due mesi una macchina in grado di simulare ogni aspetto dell’apprendimento e dell’intelligenza umana.  Era già in atto un programma capace di qualche forma di ragionamento, conosciuto con il nome di Logic Theorist, o LP, in grado di dimostrare teoremi partendo dai principi della matematica. Sempre nello stesso convegno, McCarthy introdusse l’espressione “intelligenza artificiale”, che segnò, in maniera indelebile, la nascita effettiva di tale disciplina, conferendole una natura propria.

Tra le varie aspirazioni da parte dei ricercatori vi era principalmente quella di creare macchine in grado di esibire capacità di ragionamento simili a quelle umane.

A metà degli anni ottanta dello scorso secolo fu reinventato l’algoritmo di apprendimento per reti neurali chiamato back-propagation. L’algoritmo fu applicato a molti problemi relativi all’apprendimento, inerenti sia al lato dell’informatica sia a quello della psicologia (Che non avrebbe nulla a che fare con il calcolo).

Al giorno d’oggi i sistemi intelligenti sono presenti in ogni campo, anche nelle attività quotidiane e primeggiano nei giochi, come teorizzato anni prima dagli esponenti dell’intelligenza artificiale.

Inizialmente i ricercatori si concentrarono sullo sviluppo di algoritmi che imitassero fedelmente i ragionamenti impiegati dagli esseri umani per risolvere giochi o realizzare deduzioni logiche in modo da poterli integrare all’interno dei sistemi intelligenti. Tali algoritmi solitamente si basano su una rappresentazione simbolica dello stato del mondo e cercano sequenze di azioni che raggiungano uno stato desiderato. (È come se volessimo restringere l’infinito in calcoli da laboratorio)

La rappresentazione della conoscenza e l’ingegneria della conoscenza costituiscono contributi centrali per la ricerca nell’ambito dell’intelligenza artificiale.

La rappresentazione e l’ingegneria della conoscenza vengono spesso associate alla disciplina filosofica dell’ontologia.(Naturalmente è assimilato a “linguaggio” perché per il “discorso sull’essere” bisogna vedere chi è l’essere)

Questi scienziati elaborano le risposte delle reazioni umane a determinate logiche di modi di vivere con serie di algoritmi che rispondono a logiche di calcolo provenienti dai “dati” delle estrapolazioni “scientifiche” umane. È la stessa metodologia usata con le deduzioni che provengono dallo studio sperimentale:Sperimentazione-raccolta di dati-formulazione di una legge.

Che tra l’altro cambia costantemente con l’apporto di nuovi dati.  

Vorremmo calcolare l’intelligenza con questo metodo sperimentale?

Ogni fenomeno vitale cambia tutti i giorni, e non è che menzogna, perché deriva da una serie di cause intrinseche ancora per noi insondabili.

Il Dna biochimico non è che l’architetto operativo determinato da un DNA energetico, a sua volta programmato da un DNA dell’intelligenza al servizio di Programmi Cosmici.

E noi crediamo che sondando e mutando i geni del DNA materiale possiamo interferire con il progetto dell’uomo universale: Illusi e assassini!

Si dice ancora: “L’intelligenza artificiale si è radicata a tal punto all’interno della società o dell’industria da non essere più percepita come artificiale.

Nell’ipotesi che le macchine possano man mano diventare più simili agli esseri umani, gli autori hanno ipotizzato macchine dalla enorme capacità di calcolo e dotate di personalità”.

E l’errore continua.

Usare il termine “intelligenza artificiale” è una sofisticazione che inquina il termine “Intelligenza”. È un voler oscurare la realtà dell’uomo, è un venire maleducati da chi ha tutta l’intenzione di non farci essere uomini.

Cosa vuol dire essere uomo? “Cogito, ergo sum”, un essere che ha una intelligenza propria, personale, che non è formata dall’uomo, o dalle “mani” come dicono gli evoluzionisti, o dal sistema neuro-elettrico come diconoi fisio-anatomi.

Il non accettare una realtà superiore alla realtà voluta dall’uomo, è sempre più difficile, oggi quasi impossibile. È un disaccordo, un litigio, una guerra talmente subdola e potentemente distorsiva che fa parte del fenomeno del peccato originale, con autodistruzione della realtà umana.

L’intenzione trasmessa dalle volontà di credere in un certo programma alieno, di voler formare un umanoide robotizzato, è sempre più preponderante ed inconsciamente pubblicizzato dai mas media.

È peccato originale la ribellione verso il Sé stesso interiore. Chi gioca con il sistema nervoso credendo che la intelligenza sia lì, cade nel tranello di poter essere robot.

Per quanto i calcolatori possano essere veloci o sofisticati, non potrebbero mai avere la struttura bio-nervosa infinita dell’uomo, sottomessa al mondo animico-astrale.

Einstein: “Un giorno le macchine risolveranno tutti i problemi, ma mai nessuna di esse riuscirà a formularne uno”.

L’anima è una infinità di comportamenti, interazioni tra mondo superiore ed inferiore.  Qual è il “Mondo superiore?” L’uomo definisce “diversi” questi aspetti per la mancata conoscenza di sé stesso, nella dimensione corporea, biofisica, animica, ma più che altro nella intelligenza spirituale, nel collegamento verso le energie sconosciute del pensiero, delle intuizioni, delle percezioni, delle “relazioni” con il “Fattore Cosmico”.

I detrattori della intelligenza sono i meschini che non riescono a capire e vogliono tagliare le gambe a quelli che capiscono usando l’intelligenza, senza doverla sottomettere alle proprie strumentazioni materiali, di carattere scientifico o pratico, cioè: non lo ho qui, non lo posso analizzare, sezionare, quindi non esiste. Gli uomini di neanderthal non potevano costruire un televisore con la clava, ma è quello che vorrebbero fare i nostri scienziati arroccati allo “sperimentale”.

Le nostre scoperte scientifiche cambiano di giorno in giorno, come possiamo pretendere di esaminare qualcosa che è molto più evoluta di noi con gli strumenti e la capacità nostra di oggi?

Quando poi si arriva a ricoprire certe cariche di tipo scientifico, politico, militare, si viene eletti dal popolo per diventare governanti, il fatto assume comportamenti molto peggiori, per cui si diventa ingannatori sia degli altri che di sé stessi. Quindi l’espressione di presunzione, protagonismo, sono niente in confronto al fatto che si è meschiniallorquando si affonda la vera possibilità evolutiva dell’uomo. Si diventa ammazza intelligenza. Questi sono la maggior parte degli uomini di potere sulla Terra. Più governano e più sono peggiori, rivolgendo il loro potere alla politica economica. Distribuire il potere economico in parti eguali, vuol dire vivere fraternamente eliminando il denaro. Questa è una base della evoluzione, altrimenti si assoggetta l’uomo con l’inganno per sentirsi ciò che l’uomo non è.

Quest’uomo oggi sulla Terra può ben dire: “Io sono colui che non è”, perché per molti l’intelligenza è finita.

                                                                                      Orazio Valenti