I risvolti del peccato originale

Per essere semplici, sarebbe opportuno districarci dalle ragnatele del baratro in cui versa l’umanità, condizionata da interessi sempre più esaltanti del disumanesimo.

Su “Chi è l’uomo”, fin dalle più ataviche conoscenze, lo ho richiamato in articoli e conferenze, e lo ripeto: l’uomo non è il corpo che vediamo vivere e le Leggi della vita non sono le leggi che la mente di questo corpo vorrebbe instaurare. L’uomo, presente in ogni angolo universale, è l’intelligenza-spirito che, insieme al flusso vivente energetico e animico, fa vivere il corpo biofisico. Questa essenza trina, in ogni Pianeta, esperimenta la scuola di vita che la porta verso una evoluzione della coscienza infinita, attraverso una serie di livelli od esami da superare. Ogni livello è regolato da Leggi Universali irremovibili, pur avendo ogni essere intelligente, un relativo “Libero arbitrio” per essere promosso con gioia o ripetere le esperienze con sofferenza. Non si fanno “salti dimensionali”, non si fa “quello che si vuole”, NO. Quest’uomo terrestre, di terza dimensione, ha il diritto, il dovere, la responsabilità di conoscere “Chi è”, da dove viene e quale è il suo compito attuale.

Così come esistono le Leggi della Fisica, della Chimica, della Gravitazione, di ogni flusso di energie magnetiche, solari, della combinazione degli elementi che formano il Pianeta ed ogni equilibrio ecologico, esistono le Leggi che regolano il nostro rapporto con l’Universo intero, con la Natura Madre, con la socialità umana, con le popolazioni di altri Pianeti. Popolazioni di Confederazioni interplanetarie molto evolute, venute da sempre in missione sulla Terra per aiutare l’umanità, nei limiti concessi dal Libero arbitrio dell’uomo terrestre, ricordando quali sono le Leggi che regolano la vita e l’evoluzione, secondo le Predisposizioni dell’Ente Onnipresente nell’Armonia Cosmica.

Ripeto: quest’uomo, che è retrocesso gravemente nella evoluzione, non può né inventare tanto meno istituire alcuna legge che evada dalle Leggi Universali.

L’essere androgino, dal quale sono stati divisi il maschio e la femmina per punizione alla disubbidienza della Legge che gli era stata data per vivere in un mondo paradisiaco, sarebbe stata la nuova meta da raggiungere “SE” avessimo vissuto in ubbidienza. Non lo abbiamo fatto, imperterriti e presuntuosi continuiamo a voler fare una natura ed un uomo somigliante alla nostra arroganza oltre ogni limite. Non ci vogliamo rendere conto di essere una nullità di fronte ai fenomeni naturali, alle onde planetarie e universali che tutto dominano e da cui scaturisce da sempre la nostra vita. Abbiamo scelto e deciso il nostro destino: tornare a strisciare come i vermi, fin dall’inizio della evoluzione biologica, così come vide il sommo poeta veggente, Dante Alighieri, che si incontrò con anime perdute tornate fra le pietre, fra gli alberi, fra gli animali. Ma non lo abbiamo capito, non vogliamo.

Continuiamo a nascondere la testa sotto la sabbia e a pensare come fece anni fa il Presidente Clinton: “Siamo come Dio” a proposito della scoperta di geni del DNA. Ecco che ci sentiamo liberi di manipolare il DNA, invece di studiarlo meglio e conoscerlo sotto l’aspetto biofisico, energetico, spirituale.

La stessa intransigenza esiste per la manipolazione degli equilibri della Natura, sconvolgendo geologia planetaria, atmosfera, temperature, inquinando sempre più gli elementi, i flussi elettromagnetici, flussi Laser capaci di condizionare le menti, con ricaduta inesorabile verso la nostra salute biofisica e psichica.

La introspezione della struttura atomica si è rivolta alla costruzione di ordigni di enorme potenza distruttiva ed oggi alla disintegrazione della materia stessa con nuove “armi” ad antimateria.

E antimateria sta diventando il concetto di “Famiglia”: La Famiglia biologica è Padre e Madre, in funzione dei figli, fin da quado è comparso l’uomo sulla Terra, e fino alla fine dei secoli. Al di là di ogni religione o di etica e morale inventate dall’uomo, che parlano di un -loro dio- che non esiste, il primo a parlare, 12.000 anni fa, fu Ermete, il padre delle rivelazioni di ogni Sapienza e di ogni Ordinamento Universale, che disse:

“Il genere degli uomini e tutti gli esseri viventi generano individui a loro simili”.

 “È impossibile l’infecondità di una sola specie perché non potrebbe sopravvivere.

È proprio degli esseri viventi la sensibilità e l’istinto generativo, conservare i generi venuti all’esistenza da una forza ingenita nel mondo, anche se la loro unione, che si può chiamare Amore, è un mistero. Tale mistero, che è affetto, gaudio, esultanza e voluttà, è un dono divino”.

L’amicizia fra maschi e fra femmine, è sacrosanta, ma non ha nulla a che fare con il sesso, tanto meno con la generazione dei figli.

Non esiste qualsivoglia legge di deviazione biologica che voglia istituire quest’uomo, nessuna evoluzione di costume o rispetto delle volontà di chiunque, questa è la Legge universale che coinvolge l’uomo. I figli nascono da un maschio e una femmina, da spermatozoo e ovocellula, stop!

Non c’è altro amore creativo di papà e mamma per la educazione dei figli.

I figli dell’intera umanità sono figli di tutti, e chi non li può avere li può amare come figli dei loro papà e mamma senza gestazione surrogata.

Avevo anche parlato della speculazione scientifico-politica della “Intelligenza artificiale”, nel cui alveo di studi c’è una parola assolutamente errata “intelligenza”!

È la sempre più ferma intenzione di cancellare l’identità dell’uomo facendolo diventare robot, il consumatore perfetto della grande politica speculativa finanziaria, la nuova religione.

E quest’uomo ha, da tempo, coinvolto la gioventù fra queste mura di una cittadella infernale, chiamandola “evoluzione della società …”, lasciandola travolgere in una giostra di droghe, musica, sballo, politiche filosofiche distraenti gravemente dalla realtà dell’uomo.

Scusate … questo non è l’Uomo! E tanti, tanti giovani se ne sono resi conto, e li abbraccio con tutto il cuore.

                                                                                     Orazio Velenti